I tempi cambiano e la musica conta sempre meno…

Sarà che son vecchio, che sono abituato a giudicare un pezzo dal beat e dalle rime, sarà che la musica sono sempre stato abituato a farla per esigenza personale e non per sfida contro il prossimo o per farla giudicare, sarà che preferisco un ceto stile ed un certo modo ma questa fissa per il contest ad ogni costo non lo capisco, soprattutto se si parla di beats. Decine di gare dove i produttori mettono in mostra il loro repertorio fatto di tagli e compressori, gente che non aspetta altro che mettersi in competizione…mi si dirà che è un modo come un altro per far sentire la propria musica…io rispondo che volenti o nolenti questa banalizzazione del gesto creativo che sublima da esigenza d’espressione a carta da giocare nella corsa all’esposizione mediatica palesa soltanto l’introiezione nemmeno troppo celata dei paradigmi della società del reality, della sovraesposizione mediatica che acquista valore e senso solo in virtù dei Mi piace su un social network. La banalizzazione del medium espressivo svuota di significato i contenuti depotenziando non solo il portato creativo che diventa mezzo e non più urgenza individuale, ma anche il concetto che sta alla base stessa della ricerca creativa, che non è altro che ricerca di senso. Opinione personale, ovvio, oltretutto anche questa inutile orpello appeso al collo della cara μουσική…torniamo a fare altro.